Le cinture di sicurezza sono un elemento chiave per la nostra salute quando siamo alla guida di un’auto. Oggi la legge impone che tutti debbano indossarle, sia nei posti anteriori che in quelli posteriori.
Eppure sono stati necessari molti decenni per arrivare a questo obbligo. Basti pensare che in Italia l’obbligo della cintura di sicurezza nei posti anteriori è diventato legge nel 1988, ed è poi stato esteso anche ai sedili posteriori quasi vent’anni dopo, nel 2006.
Non è raro sentire ancora oggi molte persone sottovalutare o non dare la giusta importanza a questi dispositivi, tanto che oltre il 50% degli italiani non le allaccia, che in caso di incidente possono fare la vera differenza tra la vita e la morte. La stessa ACI fornisce dei dati molto utili in merito. Secondo i loro studi, la cintura di sicurezza potrebbe ridurre la possibilità di morte in caso di incidente fino a un valore pari al 50%.
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A cosa servono le cinture di sicurezza?
Perché le cinture di sicurezza possono fare la differenza in caso di incidente? Il motivo principale è la loro capacità di tenere ben fermo sia il pilota che i passeggeri, evitando così che possano sbattere con elementi solidi all’interno della vettura.
Sbattere la testa con molta energia potrebbe provocare gravi ferite e condurre persino alla morte. Ciò vale anche per i passeggeri dei sedili posteriori. Inoltre attraverso la cintura di sicurezza le persone non rischiano di essere sbalzate fuori dall’automobile.
Volare fuori dall’abitacolo può essere molto pericoloso, oltre a far procurare diverse ferite nell’impatto con il parabrezza. Infine è utile considerare il ruolo delle cinture di sicurezza nel mantenimento di una postura adeguata. In questo modo anche il contatto con l’air bag avviene in maniera corretta.
Cinture di sicurezza: origini e diffusione
Le cinture di sicurezza sono nate quasi in concomitanza con le prime automobili. Alcuni esempi possono essere trovati già su alcuni modelli all’inizio del XX secolo. In quel periodo storico non erano così utili, perché le vetture non si muovevano ad alte velocità. Nel corso dei decenni arrivarono le cinture di sicurezza come le conosciamo oggi, che iniziarono a diffondersi negli anni ‘60.
L’obbligatorietà iniziò ad apparire nelle varie legislazioni nazionali a partire dalla fine degli anni ‘60. Per la precisione il primo Paese fu la Cecoslovacchia, che introdusse tale norma nel 1969. Negli Stati Uniti la prima norma sulle cinture di sicurezza obbligatorie è apparsa in Massachusetts nel 1975, ma ancora oggi alcuni Stati non presentano una legge di questo tipo.
Cinture di sicurezza: le diverse tipologie
Nel corso degli anni sono state studiate diverse varianti delle cinture di sicurezza. Alcune sono ormai in disuso, mentre altre si sono diffuse a livello internazionale.
Indipendentemente da queste differenze, se hai difficoltà puoi trovare la tua cintura di sicurezza qui, dove la ricerca è facilitata dai filtri che permettono di suddividerle per marca e modello.
Le prime ad essere comparse sono le cinture a due punti. La cintura a due punti orizzontale oggi sulle auto non si usa più, ma è installata di serie all’interno degli aerei. Il suo principale problema è nel lasciare il busto libero di muoversi.
La cintura a due punti diagonale, invece, va dalla spalla al fianco del lato opposto, ma non garantisce grande sicurezza per il bacino. Unendo la cintura a due punti orizzontale a quella a due punti diagonale è stata sviluppata la cintura più diffusa oggi, quella a tre punti. Grazie a questo strumento è possibile fermare stabilmente tutto il corpo, dall’addome al busto.
Infine l’ultima opzione è quella della cintura a quattro punti, con quattro cinghie che si vanno a unire in un punto centrale. Sulle comuni auto non è installata, ma è molto usata nel settore automobilistico o anche sugli aerei. Non è raro vedere questo tipo di cinture di sicurezza per i seggiolini dei bambini. Il suo principale vantaggio è l’elevata aderenza al sedile.
Cosa dice il Codice della Strada italiano sulle cinture di sicurezza
L’obbligo delle cinture di sicurezza è entrato a far parte dell’ordinamento italiano nel 1988, per poi essere esteso anche ai sedili posteriori nel 2006. A regolamentare l’uso delle cinture di sicurezza troviamo l’articolo 172 (vedi qui) che contiene le norme che, se non rispettate possono portare ad una sanzione pecuniaria e ad una decurtazione dei punti dalla patente.
L’articolo identifica quali sono i veicoli a cui fa riferimento la norma. Si tratta delle categorie M1, N1, N2 e N3, a cui va aggiunta la categoria L6e (qualora la carrozzeria risulti chiusa). Tutti coloro che sono a bordo del veicolo hanno l’obbligo di indossare la cintura di sicurezza.
Ciò vale anche per i bambini che sono alti meno di 150 cm, i quali hanno l’obbligo di essere posizionati in un seggiolino omologato. Per essere aggiornati sulla nomativa seggiolini auto rimandiamo a questo articolo di Altroconsumo, che spiega nel dettaglio come scegliere questo prodotto. Esistono comunque alcune eccezioni a tali obbligo, che possono derivare da specifiche condizioni mediche. Un esempio è quello delle donne nel periodo della gravidanza.